Uno sguardo ai migliori progetti 2018 di interior design dello storico Istituto Marangoni di Milano.
Il 21 luglio, presso The Mall, nella zona di Porta Nuova, è andata in scena Under the Light, una coinvolgente performance con cui l’Istituto Marangoni di Milano ha svelato i migliori progetti 2018 degli studenti della School of Fashion e School of Design.
Un format inedito con cui la storica scuola milanese si è posta l’obiettivo di esplorare il tema della contaminazione tra moda, arte e design attraverso la creazione di un’atmosfera onirica fatta di tanti elementi immateriali, come la luce e la musica.
A scandire la serata, prima una sfilata con le collezioni di abbigliamento donna create dagli studenti del corso in Fashion Design Collection. E, a seguire, un’installazione multimediale dedicata ai lavori degli studenti di Product, Interior e Visual Design che sono stati giudicati più innovativi.
I progetti della Scuola di Design selezionati sono stati nove. Tre per ogni dipartimento.
Interior design
- Belen Arocena – Before it’s Gone: progetto di riconversione del Cinema Arti in quartier generale e spazio multifunzionale del brand Miu Miu.
- Natali Vorotnykova – Boundless Circle: progetto di riconversione del Teatro Manzoni in quartier generale e spazio multifunzionale del brand Antonio Marras.
- Sharon Foglietta – The Néos: progetto di riconversione del Teatro Manzoni in quartier generale e spazio multifunzionale del brand Versace.
Visual design
- Yuetong Shi – Viusic: progetto d’identità visiva per l’album musicale di un musicista cinese.
- Raushaniya Urmanshina – Beyond The Folds: una app per “I Love Poke” , un fast-food hawaiano.
- Jiayi Wang – Sustainable Living: campagna di comunicazione ambientale per la città di Milano.
Product design
- Margherita Sala – Pump Table: un tavolino che utilizza il ciclo naturale di crescita di una zucca come parte del processo di produzione.
- Arthur Roth Le Gentil – Orbit: un sistema di arredo interattivo personalizzabile con un device.
- Rafaela Vieira – Saudade: un sistema di arredo modulare, trasportabile.
Premetto di aver trovato interessanti tutte le idee sviluppate dagli studenti selezionati, ma anche quest’anno, come già nel 2017, ho deciso di focalizzarmi sul lavoro dei tre studenti di interior design. Forse perché è l’ambito verso il quale provo da sempre più curiosità.
I migliori progetti 2018 di interior design
Ed ecco i tre progetti di interior design. Si tratta di tre concept molto diversi tra di loro, accomunati però dal fatto di unire design degli interni e mondo della moda.
Before it’s gone, Belen Arocena
Il progetto di Belen Arocena riguarda la riconversione del Cinema Arti di Milano in quartier generale e spazio multifunzionale del brand Miu Miu.
Miu Miu è un marchio italiano conosciuto per il suo carattere ironico e innovativo. Perfetto per donne versatili e indipendenti, moderne ma con uno sguardo rivolto al passato. Donne che amano sperimentare e sorprendere ma sempre con eleganza e sofisticatezza.
Il Cinema Arti è, invece, un edificio storico di Milano. Costruito nel 1935, ma ristrutturato nel 1950 perché in gran parte distrutto durante i bombardamenti del 1943, è stato per lungo tempo un cinema e per qualche anno sede di un teatro.
Nel progetto di Belen Arocena il Cinema Arti si trasforma nell’headquarter di Miu Miu. Uno spazio concepito come una sorta di teatro dove mettere in scena la filosofia del noto brand italiano. E in cui, proprio come accade durante uno spettacolo teatrale, si possa cambiare scenografia in base all’evento.
Per creare questo ambiente flessibile, Belen Arocena ha pensato di utilizzare nella sala principale pannelli divisori da spostare liberamente a seconda delle esigenze. E di rivestirli con tessuti ogni volta diversi in modo da creare un’atmosfera sempre mutevole.
Nel piano inferiore, invece, trovano spazio un bar e un ristorante immersi in un’atmosfera sofisticata e super “cosy” caratterizzata da luci soffuse e materiali preziosi come il velluto e l’ottone.
Boundless Circle, Natali Vorotnykova
Il progetto curato da Natali Vorotnykova si propone di trasformare il Teatro Manzoni di Milano in quartier generale e spazio multifunzionale del brand Antonio Marras.
Antonio Marras non è solo uno stilista, ma anche un costumista e, soprattutto, un artista. Un personaggio poliedrico in cui convivono diverse anime. Tradizione e modernità. Passato e presente. Maschile e femminile. E dove la moda si mescola sempre con il design, il teatro e le tradizioni della sua Sardegna.
La scelta del Teatro Manzoni si sposa dunque perfettamente con il carattere di Marras. E si combina con un concept le cui parole chiave sono: flessibilità e contaminazione.
È, infatti, un mix and match di suggestioni, materiali e colori a vestire gli interni. Con banconi in cemento. Sgabelli in metallo arrugginito accompagnati da cuscini in velluto. Soffitti rivestiti con specchi e cornici antiche. Un pavimento che mescola la ceramica con piastrelle in metallo.
Un melting pot che trova il suo apice nella lampada al centro della sala dedicata alle sfilate e alle performance teatrali. Una installazione luminosa dalla forma circolare rivestita con specchi, legno e metallo. Circolare proprio come la sala che l’accoglie e che esprime l’assenza di confini alla base del lavoro di Marras.
The Néos, Sharon Foglietta
Anche il progetto di Sharon Foglietta si basa sulla proposta di riconvertire il Teatro Manzoni di Milano nell’headquarter di un brand di moda. In questo caso però il marchio protagonista è Versace.
Versace è sperimentazione, eccesso e seduzione. Una seduzione che porta a una sorta di dipendenza tradotta da Sharon in un luogo futuristico dove pannelli di pixel, maxi schermi a led e giochi di luce creano una fusione tra virtuale e spazio fisico che fa perdere qualsiasi coordinata spazio-temporale.
Uno spettacolo di luci e immagini digitali a cui si aggiunge anche la musica. Per un viaggio multisensoriale che possa trasportare il cliente in una dimensione ultra hi-tech ma, nello stesso tempo, fatta di emozioni.
In collaborazione con Istituto Marangoni
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